L’articolo riportato sul quotidiano ‘Il Messaggero’ in data 20 giugno 2022 sottolinea il contributo del team di ricerca, guidato dal professore Eros Pasero, nel riconoscimento delle malattie cardiache tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale.

Riuscire a capire da un elettrocardiogramma l’aspettativa di vita di un paziente quando è stata diagnosticata la rara sindrome cardiaca di Brugada, utilizzando l’intelligenza Artificiale. Questa sindrome è un disturbo dell’attività elettrica del cuore che può provocare episodi di aritmia ventricolare anche letali, ed è nota per essere una delle principali cause di morte cardiaca improvvisa e, purtroppo, non prevedibile. Soprattutto persone giovani muoiono senza nessuna sintomatologia particolare. L’obiettivo del gruppo di ricerca del Politecnico di Torino, coordinato da Eros Pasero, docente del Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni, è mettere a disposizione dei cardiologi gli strumenti dell’Intelligenza artificiale (Ia) per estrarre informazioni nascoste negli elettrocardiogrammi.

L’Ia è la nuova frontiera tecnologica in molti campi, in medicina sta assumendo un ruolo di grande valore. Perché?
«Il ruolo dell’IA è quello di vedere cose che non si vedono. La nostra cultura ci porta a ragionare su ciò che facciamo, ma alle volte l’informazione è all’interno dell’informazione stessa, quindi il successo dell’applicazione dell’Ia in medicina, nel nostro caso, è di riuscire a fare diagnosi e scovare patologie all’interno di dati sommersi».
Come nasce la collaborazione tra un gruppo di ricercatori in elettronica del Politecnico di Torino ed i cardiologi?
«Nel 2015, ho inventato il primo elettrocardiografo da polso, quando ancora non c’era l’Apple Watch, ma purtroppo l’università non è stata in grado di trasferire questa tecnologia all’industria italiana, altrimenti saremmo arrivati prima di Apple. Però ora abbiamo trovato un partner italiano e faremo un elettrocardiografo da polso. Questo per dirle che da molti anni, il mio gruppo di ricerca ha interesse nelle applicazioni in ambito cardiologico. Il professore Fiorenzo Gaita, un aritmologo di fama internazionale, stava cercando un esperto di Ia perché voleva trovare delle incognite nelle diagnosi di pazienti affetti dalla sindrome di Brugada, che muoiono all’improvviso senza spiegazioni. Venne fatto il mio nome, così è iniziato il progetto».

Immagine tratta dall’articolo de ‘Il Messaggero’

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